Non eri "importante" per me...

Non eri "importante" per me.
L'età ci separava, eri un baritono e io tra i primi. Credo di non essermi mai seduto vicino a te, né alle prove né in pullman. L'unico dialogo che ricordo fra noi due è quando avevi saputo che ero geometra, come te. Ho potuto capire come amavi tuo lavoro e come lo rimpiangevi. L'amore con il quale mi hai descritto con piccoli, minuziosi particolari, le misurazioni che avevi fatto, non mi hanno affatto annoiato, forse perché sono riuscito a cogliere quelle sfumature del tuo discorso, senz'altro arido per altri, ma col quale mi hai dimostrato quale importanza avesse per te il tuo lavoro.
Non eri importante per me.
Quella volta che ormai già malato e lontano dalla Corale ci siamo incontrati, tutti e due col carrello della spesa, tua moglie mi ha salutato e tu mi è guardato con occhi attenti. Immediatamente, dall'apparente disattenzione, è scattato sul tuo volto un silenzioso sorriso.
Mi ha colpito! Ma tua moglie mi ha detto: "Non ti riconosce!"
Io non l'ho creduto e ancora non lo credo.
Non eri importante per me.
Chissà quanti anni prima di me eri entrato nella Corale: non l'ho mai saputo. Quanti canti avevi imparato prima di me... e come te la prendevi quando qualcuno sbagliava. E come eri sempre presente ai concerti e alle prove... e pensare che non eri importante per me!
Non lo eri...ed ora scrivo queste poche righe proprio per te, che non eri importante per me e che forse rimarranno in questo libro di pensieri quale ricordo di un corista che ha scritto con la sua voce e la sua partecipazione buona parte della storia di questo nostro Coro.
A te, che non eri importante per me.